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Visualizzazione dei post da novembre, 2015

Los vins en Val Dueira

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En Val d’Ols la viticultura a originas ben ancianas e ’tjorn a rapresentat una votz importanta dins l’economia agricola de la valeia. En efècte la vitz era jà coltivaa en epoca romana e le vin era comercializat en tot l’Emperi, sustot dins las Gaulas. L’economia dau sector dau vin de la valeia a alternat, dins los sècles, moments de vigor a-n-autres de crisi. Entre los periòdes de plus grand desvolopament avem agut los sècles entre le 1200 e le 1400 e dau 1700 aus premiers ans dau 1900. Après, la guèrra, la diminucion demografica causaa de las epidemias d’espanhòla e la filossera, an causat la decadéncia. Dins los darriers ans, la viticultura en Val d’Ols, a augut tòrna d’impulsion, mai merces a l’empenhe de novellas impresas de vinificacion qu’an garantit la recuperacion de las vielhas vinhas incultas per l’interès de las institucions localas e de l’Universitat de Turin. Cesta novella impulsion a fait obtenir excellents niveus quantitatius e l’obténiment dins le 1997 de la Denomi

Le Pertus de Couloumban Roumean

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Il cosiddetto “Pertus” costruito da Colombano Romean, presente nel comune di Chiomonte, risale agli anni compresi tra il 1526-1527 e il 1533. Questo lo si può sapere con sicurezza in base a delle documentazioni rimaste a una famiglia delle borgate della Ramats e poi pubblicate nel 1879 da un avvocato di Susa. Lo scopo del “Pertus” era di convogliare l’acqua da un lato all’altro della montagna, per farla arrivare al Cels, frazione di Exilles, e alle borgate della Ramats, frazione di Chiomonte. I termini della costruzione del “Pertus” erano stati raggruppati in sei documenti. Il più importante di essi è quello in cui si stipula il contratto tra i consorzi del Cels e delle borgate della Ramats con Colombano Romean. Egli era un operaio, uno scalpellino che era originario delle borgate della Ramats ma si era trasferito in Provenza, a Saint Gilles nella diocesi di Nimes. Nel contratto con i consorzi era prevista la scelta tra proseguire un buco già iniziato o iniziarne un altro. Romea

Un altro libro di Valerio Coletto

Valerio Coletto, Marziano Di Maio, Daniela Garibaldo, MELEZET E MILLAURES. CINQUE SECOLI DI STORIA PARROCCHIALE. Quaderni di Bardonecchia 10, Alzani Editore, 2012, euro 12,00, pagine 104. È stato da poco pubblicato sotto il patrocinio del Comune di Bardonecchia il decimo volume della collana dedicata al comune medesimo dell’Alta Valle della Dora Riparia. Il libro tratta la storia delle chiese parrocchiali di Melezet e Millaures, due borgate di Bardonecchia, dalla loro costruzione nel Quattrocento fino ai giorni nostri ed è stato scritto dai tre studiosi locali Coletto, Di Maio e Garibaldo. Marziano Di Maio, storico redattore di Valados Usitanos, e Daniela Garibaldo hanno in passato concentrato le loro ricerche soprattutto sulla toponomastica (“Guida dei toponimi di Bardonecchia e frazioni” e “Guida ai toponimi di Melezet” per il primo, “Guida ai toponimi di Millaures” per la seconda) Avevano già collaborato precedentemente alla realizzazione del libro “La flora popolare di Bardone

Il bilinguismo in famiglia: vantaggio o svantaggio?

Il bilinguismo, inteso come “il parlare correntemente due lingue”, può verificarsi in tre distinte combinazioni linguistiche. L’uso corrente della lingua maggioritaria (per noi l’italiano) può trovare accoppiamento con: • una lingua estera, • una lingua storica, • un dialetto. Nel primo caso siamo in presenza di persone di origine estera, o dei loro figli nati in Italia, che in famiglia parlano la loro lingua madre, come il rumeno o l’arabo, mentre fanno uso dell’italiano nel contesto pubblico. Questo tipo di situazione è sicuramente destinato ad aumentare dal momento che sono in crescita le famiglie con almeno un membro di origini straniere. Nel secondo caso, invece, si è di fronte alla compresenza di italiano e lingua storica, ovvero una lingua parlata da una comunità etno-linguistica originaria di alcune aree del paese, aree dove un tempo era la lingua maggioritaria. Si tratta di zone più isolate rispetto ad altre regioni del paese come, per esempio, l’arco alpino. Oltre

Addio alle vecchie province

Ogni parte politica esulta ipocritamente per l'abolizione delle province. Su di esse aveva fato cadere le colpe dei costi eccessivi della politica anche per fronteggiare l'indignazione popolare per gli sprechi. Alcune - quelle con centri più abitati, 15 in tutta Italia - saranno sostituite dalle città metropolitane, le altre dalle non ben definite aree vaste. Il nuovo assetto amministrativo, che sostituirà quello che ha gestito i territori fino a ieri, ci lascia forti elementi di preoccupazione sostanzialmente per due ordini di ragioni. In primo luogo perché insinua l'idea che ci siano territori di serie A con maggiori diritti e territori di serie B che devono seguire a catena i primi. Ciò avviene in due ordini di livelli di disuguaglianza. Il primo è quello delle aree metropolitane sul resto dei territori. Risulta incomprensibile per quale imperscrutabile ragione alcuni territori debbano avere il privilegio - ammesso e non concesso che di effettivo privilegio si tratti

Villaggio vs Megalopoli

Spaventa la folla solitaria dal carattere anonimo e impersonale, in cui il singolo tende a scomparire rispetto alla moltitudine indifferenziata e uniforme. L’appiattimento generale che ne deriva è stato talvolta considerato non tanto come un fattore di maggiore democratizzazione, bensì come una minaccia alle libertà individuali. È la vittoria dell’impersonalità, del “mondo del si” di Heidegger. Si dice, si pensa, si fa come se ci fosse una verità calata dall’alto a cui occorre aderire per sentirsi partecipi alla società, un’azione di cui nessuno conosce il soggetto ma tuttavia essa è valida di per sé proprio grazie a quella particella che ne presuppone l’universalità. Televisione, internet e pubblicità non fanno che alimentare questa omologazione. Questo non significa che siano elementi di per sé negativi, sono semplici strumenti dalle grandi potenzialità il cui effetto dipende dal loro utilizzo. Ad esempio la televisione, invece di essere il fulcro e lo stimolo per la creatività d

Da leggere. Un libro su Utrecht

Henry O’Byrne, LE TRAITÉ D’UTRECHT, LE BRIANÇONNAIS MUTILÉ , Éditions Transhumances, 2013, euro 10 Transhumances è una piccola casa editrice del Brianzonese che pubblica opere di storia e cultura locale (il catalogo completo delle sue pubblicazioni può essere consultato sul sito internet www.transhumances.com ). O’Byrne, che per la casa editrice brianzonese aveva già pubblicato altri libri tra cui “ Épisodes militaires en Briançonnais ” (2012), dopo avere analizzato le cause della guerra di successione spagnola, i suoi sviluppi in generale a partire dall’anno 1706 e la sua conclusione, si concentra sulla situazione del Brianzonese in quel periodo. L’autore tratta infatti della conduzione della guerra nelle valli alpine fino alla sua conclusione, sottolineando le pesanti ripercussioni subite dai territori e dalle loro popolazioni al passaggio delle truppe. O’Byrne analizza poi il trattato di Utrecht dell’aprile 1713 siglato tra il re di Francia Luigi XIV e il duca di Savoia Vi